Alla libreria Imagine’s Book, “Bufagne e Furagne – Storie salernitane” di Giancarlo D’Aniello

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Questa sera, alle ore 18, presso la libreria Imagine’s Book di Corso Garibaldi a Salerno, l’avvocato e neo scrittore Giancarlo D’Aniello, presenta il suo primo scritto, un romanzo avvincente, un viaggio nella Salerno all’epoca rurale, del vallone Rafastia, che ha per titolo “Fucagne e Furagne”. Ne parleranno con l’autore, il maestro del lavoro Giuseppe Nappo, il giornalista Mirko Cantarella e l’avvocato Massimo Falci. Modera l’incontro l’avvocato Luciano Provenza.

Perchè si piantano i fichi tra gli ulivi e perchè i contadini si richiamavano tra loro col suono selvatico della tofa? Come si realizza un vigneto e per quale motivo i gruccioni vengono chiamati acquaruli quando si radunano in cielo? Le marzaiole sorvoleranno ancora il vallone del Rafastia, dove oggi il verde degli alberi e degli orti è stato sostituito dal grigio del cemento? Sono queste e tante altre, le domande che si pone la voce narrante del romanzo, mentre prende corpo la storia delle tre famiglie rurali e tra queste quella dell’autore, che dopo l’unità d’Italia si stanziano nel vallone del Rafastia, nella parte alta e ancora rurale di Salerno. Accanto alle vicissitudini familiari si muove la storia della città, raccontata con dovizia di particolari e curiosità spesso inedite, come il mistero del doppio testamento del marchese Giovanni Ruggi d’Aragona e del suo lascito favoloso alla città, che permetterà l’acquisto dei terreni dove verrà costruito il primo moderno ospedale cittadino. Sarà proprio la vendita di quei terreni, coltivati da generazioni dagli antenati dell’autore, a mutare la sorte dei protagonisti del romanzo che da coloni diventeranno cantinieri e commercianti di vino e, dal dopoguerra, produttori di bibite gassate. E ancora alti e bassi legati all’attività imprenditoriale con fallimenti e rinascite. La vita, racconta D’Aniello, può essere paragonata alle condizioni metereologiche: può essere insopportabile come l’aria di bufagna o imprevedibile come il vento di furagna, che un tempo nelle giornate di primavera regalava ai cacciatori le quaglie.
“… A pensarci, la nostra famiglia ne ha passate tante, ma tante, da poterci scrivere un libro!”

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