I paperoni della politica salernitana

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di Luigi Cerciello

Gli ultimi giorni dell’anno vedono ormai da anni l’editoria nostrana pubblicare pagelle sui politici con tanto di voti e perché no, anche un po’ di gossip casereccio.

Ovviamente da questo rito non poteva affrancarsi Salerno e provincia che, con più di un milione di abitanti ha una nutrita rappresentanza.

Saltando tra un giornale ed un altro, tra una pagella e l’altra, le sorprese non sono poche: abbiamo il Paperone della politica ed il più “povero” (si fa per dire) e redditi che addirittura passano da poche migliaia di euro per l’anno precedente a decine se non centinaia una volta eletti; non mancano i casi curiosi come il parlamentare di professione “operaio” che ha un reddito di più di 100.000 euro, si avete letto bene, da domani in molti stracceranno la propria laurea e andranno a bussare da Landini: meglio fare l’operaio. Ma veniamo alle cose veramente importanti: i voti in base alla loro presenza sul territorio ed al loro operato per la comunità salernitana.

Qui si leggono le dolenti note: solo una piccola parte dei parlamentari, circa un terzo, raggiunge e supera la sufficienza.

Va un po’ meglio con il Consiglio Regionale dove i parlamentari, sarà perché vengono eletti con le preferenze dirette e non per nomina dall’alto, si impegnano un po’ di più anche come presenza vicino agli elettori.

Passando al capoluogo, qui le note stonano assai, si legge infatti di un consiglio comunale del capoluogo nel complesso promosso con buoni voti. Ma i fatti raccontano ben altra storia.

Al Parlamento Europeo, da sempre colpevolmente sottovalutato dagli elettori, emerge invece un quadro desolante dove un solo parlamentare salernitano, o meglio una sola parlamentare, è stata promossa a pieni voti, per tutti gli altri c’è una richiesta a “Chi La Visto”.

Una cosa comunque appare chiara fin da subito ed è l’immagine che se ne ricava dei politici salernitani con una grandissima rappresentanza di eletti che poco hanno a che fare con la politica e con il territorio, con poche capacità non solo amministrative ma anche umane.

In una provincia malamente amministrata da decenni ci si aspetterebbe una opposizione sul piede di guerra, materiale ne hanno in abbondanza ma a quanto pare, salvo rare eccezioni, pagelle alla mano, il panorama fatto di astenuti, non pervenuti e millantatori è ancora più desolante.  Addio 2023 benvenuto 2024 l’anno cambia il resto no.

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